martedì 17 aprile 2007

Una merce che fa "acqua" ovunque.


L'acqua come prodotto, come elemento da salvaguardare
da risparmiare da rispettare da rendere accessibile per tutti, da condividere
da non inquinare, da far si che non diventi il prossimo petrolio,
l'acqua come fonte da cui trarne piacere e benessere, da cui ricavarne giovamento
e quindi salute. L'acqua quindi non è solo un elemento liquido ma molto di più.
Questo l'avevano capito anche i Romani e gli antichi Greci che furono tra i primi popoli
a saper utilizzare e gestire le fonti idriche a loro disponibili in maniera responsabile e nel massimo dei casi, anche equa.
Perchè l'uomo moderno non sa sempre capacitarsi dell'importanza di questo elemento?
Caduta anche la speranza che l'acqua non fosse concepita come una comune merce di scambio sottoposta alle più spietate leggi del mercato, caduta, come questa bicicletta che ne rappresenta il degrado, il disinteresse in forma metaforica, nonostante sia questo l' elemento alla base della vita di ogni essere vivente. In una lettera del Sig. Walter Genapini (Presidente di Greenpeace Italia) indirizzata al Blog di Beppe Grillo e quindi a "chiunque", vengono esposte le ultime considerazioni sull'argomento e viene fatta una breve analisi di come la collettività (In particolare quella italiana) concepisce e considera l'elemento acqua oggigiorno. Ne pubblico alcuni passaggi: La direttiva 60/2000 dell'unione europea recita :" L'aqua non è un prodotto commerciale, bensì un partrimonio che va protetto". L'incultura dell'acqua in Italia porta a consumare 170 litri di acqua inbottigliata per abitante all'anno (la media europea è di 85, quela mondiale di 15). In Italia vengono prodotti quindi, 5 migliardi di contenitori plastici, ovvero 100.000 tonnellate l'anno di rifiuti solidi urbani. L'acqua imbottigliata, assoggettata a regimi di controllo spesso lacunosi, ha un costo che va dai 30 ai 50 centesimi, cui si sommano i costi di smaltimento del contenitore , mentre 1000 litri di acqua dell'aquedotto, più controllata sul piano chimico batteriologico, non costano più di un euro!! Gli Italiani, alla base di questo paradosso sono convinti che l'acqua imbottigliata sia più sicura, buona e meno "dura". Il nostro paese è ricco di acquiferi sotterranei, molti migliardi di metri quadrati ma , ciònonostante ,la crisi idrica è alle porte in tutto il paese, anche come effetto del cambiamento climatico globale, che vedrà l'aridificazione del centro-sud e la sub-tropicalizzazione del nord.
La lettera prosegue con l'elencazione di una serie di motivi e concause che stanno portando al degrado idrico la nostra penisola. Le principali sono:
-L'incuria e lo sfruttamento delle reti idriche, sopratutto il Emilia.R e in Puglia.
-L'inquinamento dei fiumi da parte dei grandi allevamenti agricoli gestiti senza terra e i numerosi insediamenti industriali, sopratutto il Lombardia e in Piemonte.
-Le esigenze idriche in costante aumento sia nel settore agricolo-forestale che urbano industriale. (Lombardia,Veneto,Lazio,Campania,Emilia.R,Piemonte,Sicilia,Puglia,Calabria)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

L'acqua è un bene prezioso e va salvaguardato sempre, anche quando ce nè in abbondanza.

Anonimo ha detto...

L'acqua è già come il petrolio..

Anonimo ha detto...

E' una questione di abitudini, a Roma ad esempio gran parte delle famiglie utilizza l'acqua del proprio rubinetto di casa..E così in alcune altre città dello stivale, ma non in tutte. Il cittadino è sfiduciato, a mio parere, ad utilizzare l'acqua proveniente dalle fonti idriche comunali, vuoi per il rischio di attentati quali avvelenamenti idrici, vuoi per una semplice sfiducia verso il depuratore e la sua funzione sottovalutata, oltre che all'istituzione che lo gestisce..

Anonimo ha detto...

ciao deeel!
bacetto

Anonimo ha detto...

Il problema è grave, speriamo che però non si affrontato, soprattutto dai telegiornali, come il classico fenomeno passeggero di cui inconsapevolmente un bel giorno se ne dimentica il pericolo e ci si ritroverà veramente nella merda..