venerdì 4 luglio 2008

Pane con farina di cemento.




Qui sopra riportate ci sono alcune immagini che possono aiutarci a capire cosa sta succedendo sul nostro territorio. Sempre più spesso mi capita infatti di vedere enormi costruzioni di capannoni, se non addirittura delle intere aree industriali vuote o semi vuote. Comunque in buona parte inutilizzate. Si parla di costruzioni recenti fatte sorgere (in molti casi) dove non c'è n'era "a mio parere" assolutamente bisogno.. Il problema è che in Italia il consumo del territorio non è evidentemente un problema (almeno per molti..) e che non ci si renda conto che il nostro paesaggio, più di qualunque altro stato europeo, debba essere particolramente tutelato!
Un esempio (tanto per cambiare) ci arriva dalla Germania; loro hanno "congelato" il consumo territoriale a 11.000 ettari all'anno. Noi, nel belpaese, abbiamo un trend di consumo del territorio che spesso supera gli 80.000 ettari l'anno!
Oltre a questo dato numerico legato ad una colossale differenza di concezione di P.G.T (piano di governo territoriale) forse per una questione di competenza in materia, forse più brutalmente per una questione di affari ciò che evidentemente manca a molti nostri amministratori (politici, sindaci, assessori ecc..) è un briciolo di buona etica oltre che un pò di cultura ambientale..
Forse molti di loro non sanno che nella terra c'è vita? Forse non sanno che essa è il polmone del pianeta e che il suo respiro non pò essere soffocato ancora per molto? Forse non sanno che quelle distese enormi di campi di mais o frumento apparentemente inutili sono fondamentali per procuragli ciò che tutti i giorni si ritrovano così, come un regalo venuto dal cielo,
quel cibo tanto buono che si sposa con tutto, cioè il pane?
Non mi pare che sia così difficile da capire che le coste, i parchi e le campagne in Italia debbano essere tutelate! Di questo passo, se non vi si pone freno, in molte zone del nord si creerano delle immense conurbazioni urbane (basta vedere l'hinterland milanese) e, a quel punto addio campagna! Le amministrazioni comunali ma sopratutto le regioni e lo Stato, devono farsi carico di questo fenomeno espansionistico che spesso appare quasi incontrollato e meramente speculativo, porre dei divieti e farli rispettare con sanzioni e con i giusti presupposti anche la reclusione.
Altrimenti non sarebbe male una "simpatica" penitenza come far da cavie per il primo prototipo di panino fatto con la farina di cemento.

giovedì 7 febbraio 2008

Secondo me è un'ottima idea...

Visto il notevole interesse suscitato dal problema rifiuti ho cercato negli ultimi giorni di informarmi e di approfondire il discorso, cercando nell'utile più che nella cronaca attingendo sempre da i più autorevoli siti ambientalisti nazionali ed esteri e, qui condensandone i concetti e i principali contenuti ne ho tratto ciò:
Ogni anno soltanto in Europa sono prodotti circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, di cui 40 milioni di tonnellate di natura pericolosa. La produzione dei rifiuti, dagli anni '90 ad oggi, ha continuato a crescere parallelamente all'aumento della ricchezza e agli standard di vita sempre più elevati dei paesi occidentali. Tra il 1990 e il 1995, il totale dei rifiuti prodotti è aumentato di circa il 10 per cento e si prevede che intorno al 2020 la produzione dei rifiuti possa aumentare del 45 per cento rispetto al 1995. Oggi, fra l'altro, c'è una nuova minaccia in questo campo legata al boom dei consumi dei prodotti elettronici che ha portato in poco tempo ad un incremento di questi rottami ad alto contenuto di composti chimici pericolosi.
Tradizionalmente il problema della gestione dei rifiuti viene affrontato con un approccio a valle, una volta che il rifiuto è stato prodotto, e questo non ha fatto altro che spostare l'attenzione dalle azioni di prevenzione alle scelte di smaltimento. Con una situazione generalizzata di esaurimento delle discariche, l'approccio a valle suggerisce di optare per l'incenerimento. Va invece adottato l'approccio a monte, prima che il rifiuto si produca, che permette di individuare tutte quelle azioni volte a non produrre rifiuti (o a produrne una quantità inferiore) e tutte quelle azioni che permettono di riutilizzare, riciclare, recuperare i materiali contenuti negli stessi.
A questo punto il concetto di termovalorizzazione và decisamente modificandosi, anzi! Viene decisamente meno. Ma allora perchè molte città d'Italia, ancora sprovviste, esigono ardentemente un termovalorizzatore? Noi ad esempio qui a Brescia ce l'abbiamo no? Eppure una soluzione alternativa c'è...

Si chiama: Strategia delle "Erre",ovvero un metodo di trattamento del rifiuto proposto da Greenpeace che consiste in questi 4 punti: 1)Riduzione alla fonte, 2)Riutilizzo/Riuso, 3)Raccolta differenziata porta a porta, 4)Riciclo/Recupero dei materiali.
Tutto ciò per essere efficace, come la raccolta porta a porta, va accompagnata a una incisiva campagna d'informazione e comunicazione, insieme al coinvolgimento dei cittadini. Con il porta a porta si tolgono i cassonetti dalle strade. Il porta a porta permette di sottrarre dallo smaltimento finale fino ad oltre il 70-85 per cento in peso dei rifiuti. Solo il 15-30 per cento circa del rifiuto residuale (l'indifferenziato) prenderà una strada diversa dal riciclaggio. Ulteriori tipologie di rifiuto, come gli ingombranti e gli elettrodomestici, possono poi essere conferiti presso le isole ecologiche comunali.
Dopo l'attuazione di un sistema di raccolta differenziata spinta, il rimanente 15-30 per cento circa dei rifiuti residuali indifferenziati può essere sottoposto ad un trattamento meccanico-biologico (TMB) che stabilizza e riduce ulteriormente la quantità e la pericolosità dei rifiuti da portare allo smaltimento finale.

Il TMB: Trattamento Meccanico Biologico è in grado di recuperare circa il 70% dei materiali in ingresso. (Con sistemi di intercettazione tecnologici, ampiamente disponibili sul mercato, si possono difatti recuperare i metalli, la carta, il vetro, le plastiche, consentendo un trattamento anaerobico-aerobico della frazione organica. Quest'ultima, prima di essere stabilizzata, produce biogas, che, una volta sottoposto a recupero energetico, può essere impiegato per alimentare l'impianto stesso e produrre calore ed energia elettrica destinata a terzi. Finiranno pertanto in discarica non più del 30% della frazione residua formato da inerti, pellicole di plastica - anch'esse teoricamente recuperabili - e materiali organici stabilizzati la cui potenzialità inquinante è ridotta del 90%.)

La strategia promossa da Greenpeace riduce l'impatto ambientale, crea più occupazione, risparmia energia e quindi nel complesso è conveniente anche dal punto di vista economico. La strategia, che esclude il ricorso all'incenerimento, riduce l'impatto sanitario della gestione dei rifiuti, evitando le emissioni di gas nocivi e la produzione di rifiuti pericolosi (ceneri). Inoltre, permette di aumentare tutte le attività che precedono lo smaltimento dei rifiuti. In questo modo, si crea più occupazione, si trasforma il rifiuto in risorsa, si risparmia sul consumo di materie prime e d'energia necessaria per estrarle, trasportarle e trasformarle, promuovendo così uno sviluppo davvero sostenibile a tutela delle generazioni future.
E' forse il momento che amministratori e sindaci ne prendano seriamente visione e che queste proposte vengano il più presto attuate o almeno "sperimentate". Noi cittadini dobbiamo muoverci da subito perchè purtroppo spesso capita di aver a che fare con persone molto sprovvedute in questo campo e che, fra queste persone, molto spesso, vi è chi ci amministra.

lunedì 28 gennaio 2008

Sondaggio rifiuti:


Il tema è quello tanto paventato nelle scorse settimane, la monnezza:
Tanto è stato detto ma non si sà bene quanto e cosa sia stato fatto..
Per entrare del dettaglio della questione voglio parlare di quelle migliaia di tonnellate di rifiuti che dalla Campania sono o sarebbero duvute partire alla volta di altre regioni: Sardegna, Sicilia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia ecc..
In Sardegna abbiamo visto tutti com'è andata a "finire", sempre se sta storia abbia avuto fine. Tafferugli con arresti e numerosi feriti presso il porto di Cagliari. Onestamente non c'èra d' aspettarsi una festa di benvenuto con pasticcini e musica anche se certe scene (purtroppo) tipiche da stadio credo che potevano risparmiarcele. Vabbè.. qualcuno dirà, "nelle ultime settimane è stata scritta un' altra paginetta vergongosa della storia d'Italia". Fin qua siamo tutti d'accordo, ma nelle prossime settimane? Questa paginetta sarà destinata ad allungarsi e diventare un quaderno e poi un libro (di pessima storia d'Italia) o ci si vuol decidere una buona volta a cambiare le cose?
Ritornando al tema d'apertura la Lombardia (stando alle ultime dichiarazioni di Formigoni) si riteneva disposta ad accogliere solo i rifiuti divisi della Campania, ovvero tutti quei rifiuti selezionati per categoria (plastica, carta, metallo, umido) di modo da facilitarne il riciclaggio, e per il rifiuto solido non divisibile, la distruzione tramite i nostri termovalorizzatori.
Chiarissimo certo, ma a questo punto sorge ovvia una domanda: Dalle immagini della monnezza napoletana diffuse su Tv, giornali e blog da dicembre ad oggi; è forse possibile scorgere una men che minima possibilità di divisione della monnezza depositata sulle strade partenopee?
E' ovvio che si tratta per la stragrande maggioranza di "semplice" rifiuto solido urbano non riciclabile. E' dunque normale quindi, che in tal caso la Lombardia non può ricevere rifiuti dalla Campania. Vien dunque facile pensare che la regione Lombardia abbia anche accettato di accogliere la monnezza di Napoli e provincia, ma a patto di condizioni evidentemente improponibili e sopratutto ovviamente irregolari.

Viste tali condizioni di evidente, anche se implicita negazione della Lombardia e di altre regioni del nord a collaborare per lo sgobero di questa monnezza così limitanto o arrestando questo scempio ambientale che si sta sì compiendo in Campania, ma che avrà una ricaduta (sul piano turistico e alimentare) su tutta la nazione! Le immagini diffuse all'estero evidenziano una situazione scandalosa riferita a tutto il piano nazionale, Napoli è solo la punta dell'iceberg di una situazione imbarazzante in cui i registi sono la camorra che collabora con i nostri IMPRENDITORI DEL NORD occultando i rifiuti pericolosi e ingombranti nelle regioni del sud. Corruzione, ignoranza e mancanza di rispetto per l'ambiente completano la scena.

Viste le seguenti riflessioni volevo proporre un sonaggio:
Secondo voi sarebbe giusto accogliere i rifiuti partenopei allo scopo di liberare la città napoletana da questa brutta situazione (anche per una questione di dignità e rivalutazione nazionale..) oppure negare completamente l'appoggio della nostra regione alla causa campana,(anche se consapevoli del fatto che molti di quei rifiuti sono frutto delle industrie del nord)?