giovedì 7 febbraio 2008

Secondo me è un'ottima idea...

Visto il notevole interesse suscitato dal problema rifiuti ho cercato negli ultimi giorni di informarmi e di approfondire il discorso, cercando nell'utile più che nella cronaca attingendo sempre da i più autorevoli siti ambientalisti nazionali ed esteri e, qui condensandone i concetti e i principali contenuti ne ho tratto ciò:
Ogni anno soltanto in Europa sono prodotti circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, di cui 40 milioni di tonnellate di natura pericolosa. La produzione dei rifiuti, dagli anni '90 ad oggi, ha continuato a crescere parallelamente all'aumento della ricchezza e agli standard di vita sempre più elevati dei paesi occidentali. Tra il 1990 e il 1995, il totale dei rifiuti prodotti è aumentato di circa il 10 per cento e si prevede che intorno al 2020 la produzione dei rifiuti possa aumentare del 45 per cento rispetto al 1995. Oggi, fra l'altro, c'è una nuova minaccia in questo campo legata al boom dei consumi dei prodotti elettronici che ha portato in poco tempo ad un incremento di questi rottami ad alto contenuto di composti chimici pericolosi.
Tradizionalmente il problema della gestione dei rifiuti viene affrontato con un approccio a valle, una volta che il rifiuto è stato prodotto, e questo non ha fatto altro che spostare l'attenzione dalle azioni di prevenzione alle scelte di smaltimento. Con una situazione generalizzata di esaurimento delle discariche, l'approccio a valle suggerisce di optare per l'incenerimento. Va invece adottato l'approccio a monte, prima che il rifiuto si produca, che permette di individuare tutte quelle azioni volte a non produrre rifiuti (o a produrne una quantità inferiore) e tutte quelle azioni che permettono di riutilizzare, riciclare, recuperare i materiali contenuti negli stessi.
A questo punto il concetto di termovalorizzazione và decisamente modificandosi, anzi! Viene decisamente meno. Ma allora perchè molte città d'Italia, ancora sprovviste, esigono ardentemente un termovalorizzatore? Noi ad esempio qui a Brescia ce l'abbiamo no? Eppure una soluzione alternativa c'è...

Si chiama: Strategia delle "Erre",ovvero un metodo di trattamento del rifiuto proposto da Greenpeace che consiste in questi 4 punti: 1)Riduzione alla fonte, 2)Riutilizzo/Riuso, 3)Raccolta differenziata porta a porta, 4)Riciclo/Recupero dei materiali.
Tutto ciò per essere efficace, come la raccolta porta a porta, va accompagnata a una incisiva campagna d'informazione e comunicazione, insieme al coinvolgimento dei cittadini. Con il porta a porta si tolgono i cassonetti dalle strade. Il porta a porta permette di sottrarre dallo smaltimento finale fino ad oltre il 70-85 per cento in peso dei rifiuti. Solo il 15-30 per cento circa del rifiuto residuale (l'indifferenziato) prenderà una strada diversa dal riciclaggio. Ulteriori tipologie di rifiuto, come gli ingombranti e gli elettrodomestici, possono poi essere conferiti presso le isole ecologiche comunali.
Dopo l'attuazione di un sistema di raccolta differenziata spinta, il rimanente 15-30 per cento circa dei rifiuti residuali indifferenziati può essere sottoposto ad un trattamento meccanico-biologico (TMB) che stabilizza e riduce ulteriormente la quantità e la pericolosità dei rifiuti da portare allo smaltimento finale.

Il TMB: Trattamento Meccanico Biologico è in grado di recuperare circa il 70% dei materiali in ingresso. (Con sistemi di intercettazione tecnologici, ampiamente disponibili sul mercato, si possono difatti recuperare i metalli, la carta, il vetro, le plastiche, consentendo un trattamento anaerobico-aerobico della frazione organica. Quest'ultima, prima di essere stabilizzata, produce biogas, che, una volta sottoposto a recupero energetico, può essere impiegato per alimentare l'impianto stesso e produrre calore ed energia elettrica destinata a terzi. Finiranno pertanto in discarica non più del 30% della frazione residua formato da inerti, pellicole di plastica - anch'esse teoricamente recuperabili - e materiali organici stabilizzati la cui potenzialità inquinante è ridotta del 90%.)

La strategia promossa da Greenpeace riduce l'impatto ambientale, crea più occupazione, risparmia energia e quindi nel complesso è conveniente anche dal punto di vista economico. La strategia, che esclude il ricorso all'incenerimento, riduce l'impatto sanitario della gestione dei rifiuti, evitando le emissioni di gas nocivi e la produzione di rifiuti pericolosi (ceneri). Inoltre, permette di aumentare tutte le attività che precedono lo smaltimento dei rifiuti. In questo modo, si crea più occupazione, si trasforma il rifiuto in risorsa, si risparmia sul consumo di materie prime e d'energia necessaria per estrarle, trasportarle e trasformarle, promuovendo così uno sviluppo davvero sostenibile a tutela delle generazioni future.
E' forse il momento che amministratori e sindaci ne prendano seriamente visione e che queste proposte vengano il più presto attuate o almeno "sperimentate". Noi cittadini dobbiamo muoverci da subito perchè purtroppo spesso capita di aver a che fare con persone molto sprovvedute in questo campo e che, fra queste persone, molto spesso, vi è chi ci amministra.