venerdì 23 febbraio 2007

The boss of wood. (In Africa)


E' un tema di cui se ne discute poco, ma che tuttavia, non è di minore importanza rispetto alla moltitudine di casi con matrice ecologica-sociale che vengono spesso trattati :
Il problema della deforestazione in Africa.
Secondo una ricerca effettuata da Peacelink, un sito pacifista di informazione economico-ecologica si è scoperto che, in Africa, ogni anno 60 milioni di metri cubi di legname vengono tagliati illegalmente. La foresta africana ha perso 52 milioni di ettari in 5 anni, e l' Italia è il primo importatore di legnami del continente. Un giro d'affari stimato intorno ai 75 milioni di euro, un mercato che attira sempre di piu' l'attenzione della criminalità organizzata.
Il problema è serio e questo imponente giro d'affari ne è la mera testimonianza, il curatore dell'articolo (Christian Benni) inoltre analizza trasversalmente il problema parlando di una sorta di far west, in cui le compagnie estrattive arrivano sul suolo africano, lavorano per 10 anni e se ne vanno senza apportare sviluppo o beneficio. Anzi: creano scontento e rivalità fra le popolazioni attratte dal miraggio della ricchezza e del benessere.
La società civile africana inizia a protestare, con oltre 100 orgazzazioni ambientaliste e umaniste al suo seguito chiede di "mondializzare il problema" (W.Taorè), divulgando al mondo questa problematica com'è avvenuto con la foresta amazzonica. S'è iniziato con l'interpellare la Banca mondiale chiedendo di fermare il piano di sviluppo economico dei paesi coinvolti che diventerebbero la seconda foresta pluviale piu' estesa al mondo.
Ben 3 anni sono trascorsi ormai da queste richieste ma, nè l' informazione nè gli istituti economici chiamati in causa, hanno agito in maniera ferma e decisa per arginare questa piaga ecologica e sociale. Lasciando l'Africa, per l'ennesima volta sola a sè stessa.
Sono tuttora in corso trattative con le organizzazioni competenti anche se, burocrazia e problemi logistici (sopratutto in queste circostanze), ne sono il normale filo conduttore.

Archivio Italy.peacelink.org

martedì 13 febbraio 2007

Pesca (Sos) te(n/m)ibile

Da una recente ricerca effettuata da enti marini competenti, e riportata successivamente sul Blog di Beppe Grillo, di cui ne riporto ora un breve passo:" Gli abitanti del mare stanno scomparendo. Le reti e le nostre mandibole li stanno consumando uno alla volta. In un articolo della rivista (science) si prevede il collasso della pesca commerciale entro il 2048. Un evento già annunciato dalla diminuzione dei banchi di merluzzi."
E' da considerare assai importante, l'iniziativa di molti ristoranti californiani di rispettare,(non ordinando, e quindi non facendo pervenire sulle proprie tavole), specie di cetacei, testuggini, e acquatici di altro genere, considerati in via d'estinzione.
Mi associo dunque, (con Grillo) alla diffusione di questa lodevole iniziativa che in Italia purtroppo stenta a partire.
Inoltre, in seguito ad una ricerca effettuata sui delfini, e sull'uso non sempre opportuno che se ne fa, si è scoperto che in molti alberghi, hotel, villaggi turistici del Mediterraneo, questi splendidi animali, vengono utilizzati in maniera disgustosamente speculativa, per attuare la "fantomatica"
delfino-terapia. Una pratica "terapeutica" dove i delfini, (non sempre allevati in cattività,quindi abituati al mare) vengono stipati in piccoli ambienti, tipo pesci rossi e mal nutriti, facendo credere ai gentili ospiti della tipica struttura che: immergendosi in acqua assieme ai delfini è possibile trarre notevoli benefici di tipo fisico e mentale. Ovviamente una bufala, atta alla speculazione economica e, purtroppo a pagare, oltre i clienti sono sopratutto i delfini.
Inutile spiegare che il delfino è un animale magnifico, facile da ammaestrare, che possiede una spiccata "attrazione" verso la figura umana. Ma è prorio per questo che è l'uomo a dover essere il primo a rispettarlo e a lasciarlo libero di vivere nel suo di mondo, quello marino.

sabato 3 febbraio 2007

5 minuti solo 5 vedrai..

Il titolo è forse un po troppo ironico per questa inquietante immagine che raffigura un orologio , prossimo a segnare la mezzanotte. Inquietante perchè non rappresenta una qualsiasi mezzanotte di una qualsiasi notte del nostro mondo, ma rappresenta LA mezzanotte del nostro mondo. Questa infatti è un immagine di un orologio simbolico ideato negli anni '50 da scienziati, bioetici, e naturalisti come monito riguardo ad un rischio reale che la Terra e gli uomini corrono costantemente, il rischio di un gigantesco conflitto nucleare in grado di spazzarci veramente via da questo pianeta una volta per tutte. Nessun catastrofismo anche se certe parole possono sembrare un po troppo ruvide, ma è solo quanto è stato stimato da un recente congresso tenutosi negli StatiUniti e poi a Parigi , nel quale studiosi e scienziati hanno "scattato" una fotografia dall' "alto" al nostro pianeta e ne hanno tratto in breve le seguenti conclusioni:

-La corsa agli armamenti nucleari non è mai stata cosi' attiva come negli ultimi anni, ora che
anche in paesi che fino ad alcuni anni fa erano molto poveri e senza un vero esercito,(Iran e India tra gli altri) dispongono o vorrebbero disporre di un arsenale atomico, (centrali annesse).
-L'effetto serra è in continuo aumento e il buco dell'ozono oramai, è considerata una voragine incolmabile.
-Il protocollo di kyoto (a cui, i paesi piu' inquinatori del mondo non hanno aderito es: gli Stati Uniti d'America e l'Australia),
risulta oramai obsoleto, poichè il piano che doveva regolare l'emissione dei gas serra entro il 2010 non è al 50% della sua riuscita complessiva, quindi, purtroppo il piano ambientale dettato da questo protocollo è forse già da considerarsi fallito.
Non sono affatto buone notizie ma la catastrofe è ancora evitabile. "It's not too late". (Greenpeace)

(Foto, Archivio) Greenpeace