


Un esempio (tanto per cambiare) ci arriva dalla Germania; loro hanno "congelato" il consumo territoriale a 11.000 ettari all'anno. Noi, nel belpaese, abbiamo un trend di consumo del territorio che spesso supera gli 80.000 ettari l'anno!
Oltre a questo dato numerico legato ad una colossale differenza di concezione di P.G.T (piano di governo territoriale) forse per una questione di competenza in materia, forse più brutalmente per una questione di affari ciò che evidentemente manca a molti nostri amministratori (politici, sindaci, assessori ecc..) è un briciolo di buona etica oltre che un pò di cultura ambientale..
Forse molti di loro non sanno che nella terra c'è vita? Forse non sanno che essa è il polmone del pianeta e che il suo respiro non pò essere soffocato ancora per molto? Forse non sanno che quelle distese enormi di campi di mais o frumento apparentemente inutili sono fondamentali per procuragli ciò che tutti i giorni si ritrovano così, come un regalo venuto dal cielo,
quel cibo tanto buono che si sposa con tutto, cioè il pane?
Non mi pare che sia così difficile da capire che le coste, i parchi e le campagne in Italia debbano essere tutelate! Di questo passo, se non vi si pone freno, in molte zone del nord si creerano delle immense conurbazioni urbane (basta vedere l'hinterland milanese) e, a quel punto addio campagna! Le amministrazioni comunali ma sopratutto le regioni e lo Stato, devono farsi carico di questo fenomeno espansionistico che spesso appare quasi incontrollato e meramente speculativo, porre dei divieti e farli rispettare con sanzioni e con i giusti presupposti anche la reclusione.
Altrimenti non sarebbe male una "simpatica" penitenza come far da cavie per il primo prototipo di panino fatto con la farina di cemento.